«L’abolizione del vincolo sportivo? Cosa controproducente e deleteria» – Dalla stagione 2022-2023 niente più legami dai 16 ai 25 anni tra la società e il giovane tesserato.
Scotti: «Il giovane rischia di diventare un pacco postale»
«Noi andremo avanti, perché la passione è tanta e in questi anni abbiamo chiesto il premio di preparazione soltanto una volta. Ma resta un concettochiaro: questa riforma dimostra che il settore giovanile viene trattato nelle stanze che contano come l’ultima ruota del carro».
Toni Scotti, diesse storico della Mario Rigamonti, società bresciana tra le più apprezzate per il lavoro con i giovani, è una voce di peso nella guerra all’abolizione del vincolo.
«Mi sembra che si sia cambiato tanto per cambiare, tralasciando però la discussione sulle poltrone, vietando ad esempio a chi è senatore di avere un ruolo anche in Federazione. E a questo proposito, la stessa Federazione non alzi gli scudi ora: al tavolo di discussione c’erano anche prima».
Ossia? «Ricordo, a livello locale, quando si parlava dopo il fallimento del Mondiale 2018 di aiutare i settori giovanili, investendo su figure di qualità che per lavoro, e non per hobby, insegnassero calcio ai ragazzi. Non un euro è stato investito. Dunque l’aiuto non c’è stato, ora con questa novità non vi è nemmeno la tutela».
Senza vincolo rischiano di sparire i settori giovanili?
«Di sicuro vanno in crisi: d’accordo il discorso sociale, ma se viene meno quello di un contributo economico, come si rimane in piedi? Un esempio: ho sempre immaginato, nel caso in cui fosse necessario mettere in piedi una prima squadra, di creare un team di ragazzi che hanno fatto tutta la trafila con il club, ai quali unire magari 3-4 “vecchietti”. Ora questo non è più possibile se il calciatore se ne può andare ogni anno».
Scotti, comunque, promette battaglia.
«Stiamo parlando con altri presidenti di società della zona: se spariscono i vivai, tra 10-15 anni sparisce il calcio dilettanti. Siamo pronti a fare sentire la nostra voce per tutelare noi stessi ma anche le famiglie e i ragazzi stessi».
Siamo sicuri che togliere il vincolo faccia bene al giovane calciatore?
«Col vincolo, se non altro, il ragazzo viene seguito perché lo stesso club ha interesse a farlo, in continuità. Ma se questo cambia squadra ogni anno, chi si prenderà a cuore la sua crescita? Il rischio è che diventi un pacco postale».
G. GARD.
Fonte: Giornale di Brescia
Data di pubblicazione: Lunedì 30 Novembre 2020