IL SETTORE GIOVANILE VUOLE ANDARE OLTRE LE INCOGNITE
La linea di Scotti (Rigamonti), Sanna (Pavoniana) e Gilardi (Real Leno) «Speriamo di ripartire a settembre ma dobbiamo tutelare i più piccoli»
Dall’attuale momento di difficoltà e all’organizzazione delle attività in vista della ripresa dei campionati, passando per il premio di valorizzazione per le società
Guardare al futuro, oltre la nebbia della crisi sanitaria: per le società che fanno del settore giovanile il cardine della loro esistenza, non può essere altrimenti.
Nonostante i tanti dubbi che offuscano la ripartenza della stagione prossima:
«La speranza è di essere in campo a settembre – auspica Toni Scotti, direttore tecnico della Rigamonti -, soprattutto per il bene psicofisico dei ragazzi.
Hanno bisogno di svagarsi e di tornare all’attività fisica, nel rispetto dei protocolli sanitari». sarà capire come e quando i giovani torneranno a scuola. Questa è l’opinione espressa da Maurizio Gilardi.
«È il vincolo principale alla ripartenza del settore giovanile sportivo – spiega il responsabile tecnico del Real Leno -: se separassero le classi in due turni, con i giovani a scuola anche il pomeriggio, potrebbe diventare problematico ritagliare spazio per il calcio.
Sarà fondamentale avere direttive chiare anche sulle precauzioni, per dare sicurezza a bambini e famiglie: prima di gennaio sarà difficile far ripartire i campionati».
Nel frattempo, le società di puro settore giovanile non restano con le mani in mano: «Organizziamo settimanalmente riunioni online con i tecnici – conferma Fulvio Sanna, direttore sportivo della Pavoniana -: a loro volta gli allenatori si trovano in videocall con i calciatori, per fare attività fisica di gruppo.
Fra un esercizio e l’altro, qualche sorriso: è necessario che i ragazzi mantengano il morale alto anche in un momento così delicato». Il tempo lontano dai campi potrebbe essere investito per colmare le lacune e migliorare i meccanismi del sistema.
A partire dalla scottante vicenda allenatori: di recente la federazione ha promesso l’allargamento dei posti per i corsi di formazione, rigorosamente online, per gli allenatori Uefa C.
Ma è solo la punta dell’iceberg: «I centri tecnici di formazione dovrebbero essere riorganizzati – riflette ancora Gilardi -: sono orientati alla selezione dei giovani calciatori, ma sarebbe opportuno riconvertirli alla formazione di tecnici qualificati, del resto i docenti di valore non mancano».
Gli fa eco lo stesso Sanna: «I posti dei corsi sono pochi e spesso li occupano solo gli ex calciatori – osserva il ds della Pavoniana -. Chi merita non può prendere il patentino, che a breve sarà obbligatorio».
L’altra questione spinosa riguarda il premio di preparazione, mannaia per le società di puro settore giovanile:
«A noi l’anno scorso è toccato organizzare in fretta e furia una Juniores – sottolinea Scotti -: altrimenti, pure con 300 tesserati, non avremmo avuto voce in capitolo con la Federazione.
È assurdo: il premio di preparazione non comporta cifre folli, ma io guardo al valore simbolico. È un riconoscimento a chi dedica anima e corpo ai ragazzi».
Proprio per il cruciale ruolo sociale nella crescita sportiva ed etica dei giovani calciatori, l’augurio è che le società sopravvivano a questi mesi complessi: «Spero nell’aiuto del governo e nella pazienza della federazione – conclude Gilardi -: dobbiamo tutelare tutti, in particolare i più piccoli». Il settore giovanile stringe i denti, con l’auspicio di rivedere in autunno i centri sportivi gremiti di bambini.
Michele Laffranchi
Fonte: bresciaoggi.it
Data di pubblicazione: Martedì 12 Maggio 2020
Immagine di copertina: da news originale