L’arbitro e il capitano
Oggi vogliamo solo raccontare un semplice episodio di gioco, ininfluente nella dinamica della partita ma significativo nel rapporto tra arbitro e calciatore.
La partita è RIGAMONTI-GHEDI U17 della Coppa Brescia Next Generation ed i protagonisti sono l’arbitro Marsid Brahimllari ed il capitano della Rigamonti e della rappresentativa lombarda Filippo Simoncelli.
Siamo al minuto 34’, dopo un contrasto di gioco un ragazzo del Ghedi rimane a terra e l’arbitro (che aveva giustamente concesso il vantaggio) dopo una ventina di secondi decide di interrompere il gioco per assistere il giocatore a terra.
Il problema nasce quando il direttore di gara decide di rimettere la palla in gioco in quanto decide di farlo dove è avvenuto il fallo e non dove era la palla al momento della sospensione (posizione molto più arretrata).
Il capitano della Rigamonti, con grande calma ed educazione, spiega chiaramente al direttore di gara dove deve essere rimesso in gioco il pallone e, dopo qualche secondo di chiarimenti, l’arbitro decide di rivedere la posizione e riprende il gioco nella corretta posizione.
Questo è un episodio senza alcun valore ai fini della partita e della gravità dell’ infrazione ma evidenzia quale deve essere il corretto comportamento di un giocatore e capitano nei confronti di un direttore di gara e quale deve essere il comportamento di un direttore di gara che rivede (correttamente) la propria decisione dopo aver capito di aver fatto una sbagliata valutazione ( come può essere normale) .
Come dice Daniele Tacchini, ottimo allenatore della rappresentativa lombarda, “tutti amiamo Simoncelli”… ed anche da questo episodio comprendiamo tutti il perché.
Bravo Pippo e bravo l’arbitro..