Uniti contro il razzismo – Il messaggio di Facchi: «Un calcio al razzismo»
Il presidente della Figc di Brescia interviene per condannare episodi xenofobi – Sulla lotta al Covid: «Serve prudenza, un altro stop sarebbe tremendo» – Soddisfazione per il Trofeo Bresciaoggi: «Trovata la formula vincente».
Nel movimento calcistico provinciale non c’è spazio per alcuna forma di discriminazione: il messaggio è stato scandito a voce forte e chiara dal delegato della federazione bresciana Stefano Facchi, in seguito al reiterarsi di episodi che con lo sport hanno davvero poco a che spartire.
Il ripetersi della violenza verbale, dentro e fuori dal campo, è tendenza preoccupante che dev’essere fermata sul nascere.
«Praticamente ogni settimana su campi diversi di settore giovanile accadono situazioni spiacevoli – spiega Facchi, a metà tra l’amareggiato e l’arrabbiato -. I verdetti del giudice sportivo sono piuttosto emblematici: senza fare nomi di calciatori o società, si segnalano con una costanza preoccupante insulti razzisti nei confronti di avversari da parte dei giocatori in campo e, cosa ancor più grave, spesso da parte degli stessi genitori».
Un atteggiamento intimidatorio e discriminatorio che Facchi condanna fermamente: «Sono disgustato – non usa mezzi termini il presidente provinciale -: i genitori dovrebbero essere i primi educatori e invece spesso gli insulti cominciano proprio sulle tribune. Razzismo e omofobia non devono trovare spazio nel nostro sport: mi preoccupa la costanza con cui si stanno ripetendo episodi che con l’agonismo c’entrano davvero poco».
Facchi invoca una posizione forte anche da parte delle società: «I presidenti devono essere i primi a stigmatizzare queste situazioni gravissime – prosegue il delegato provinciale -: bisogna prendere dei provvedimenti drastici. Il calcio ha innanzitutto un compito etico: i valori culturali a fondamento di questo sport non devono cadere nel dimenticatoio. Se pensiamo di limitarne la portata a due calci al pallone, rischiamo di fallire completamente sul piano educativo».
Pronunciato il sentito messaggio antirazzista, Facchi sposta l’attenzione su un altro tema che ha particolarmente a cuore: il rispetto dei dettami del protocollo federale. Dopo un paio di mesi in cui tutti si sono attenuti in modo ligio alle direttive, la sensazione è che si stia mollando un po’ la presa.
«Mi vengono segnalati frequentemente episodi di disattenzione – ammonisce Facchi -: calciatori che arrivano al campo senza mascherina, tifosi in tribuna che non la indossano correttamente e un distanziamento che sugli spalti non viene più rispettato. Non è il momento di abbassare la guardia: ciascuno sino a poco tempo fa ha svolto bene la sua parte, perché fermarsi proprio ora? In un paio di weekend sono state rinviate 10 partite a causa del Covid, quando fino a due settimane fa non si era registrato neanche un episodio: dobbiamo stare attenti, perché un altro stop sarebbe una botta tremenda».
Fra le tante preoccupazioni, il calcio offre ancora una possibilità di speranza: «Fra stasera e giovedì terminerà la prima fase per la Next Generation del Trofeo Bresciaoggi – sottolinea soddisfatto il presidente del comitato provinciale della Figc -.
La competizione sta avendo successo e a volte sembra perfino più sentita del campionato: la divisione in Next Generation e Challenge sta ricevendo un bell’apprezzamento. La prossima settimana si completerà la prima fase anche per esordienti e pulcini: dopo due anni difficili i ragazzi avevano proprio bisogno di tornare a divertirsi sui campi».
L’occhio deve però restare vigile sul rapporto con il prossimo e sul rispetto delle regole.
Fonte: Brescia Oggi
Data di pubblicazione: Martedì 16 Novembre 2021